Il clima primaverile ha spinto 15mins ad atmosfere afro, suoni brasilani mescolati al funky e apertura musicale a 360°. Siamo andato ad incontrare uno dei protagonisti del movimento afro-funky nato negli anni ’80…Roberto Lodola proprio in quegli anni ha iniziato a suonare i primi vinili e oltre 30 anni dopo pare che si diverta ancora un bel po’ a mixare il suo sound. Probabilmente pochi giovani di oggi lo conoscono ma a livello internazionale si sono accorti di lui perfino in Giappone dove l’etichetta Let’s Get Lost (Mule Musiq-Tokyo) ha deciso di ristampare nel 2013 il suo pezzo storico “Marimba do mar”.
Andiamo a conoscerlo meglio e godiamoci i suoi 15mins!
Mr.15mins: “Ciao Roberto, da più di 30 anni calchi le consolle proponendo quello stile afro che ti contraddistingue da sempre. Come credi sia cambiato il ruolo del dj da quando hai iniziato tu ad oggi?”
Roberto Lodola: “Ciao 15mins ! Colgo l’occasione per ringraziarti e salutare gli amici del tuo bellissimo blog ‘’15 Min’’. Penso che il ruolo del dj fondamentalmente dovrebbe essere quello di sempre: selezionare la musica secondo il proprio gusto, e proporla al pubblico mixandola in modo armonico e scorrevole, in modo di creare una piacevole atmosfera e una costante energia sulla pista da ballo. Da un po’ di anni a questa parte pero’, molte cose sono cambiate e con esse anche l’approccio alla professione. Ultimamente, si sta assistendo ad un incremento esponenziale del numero di persone che si avvicinano al djing. Molte di queste ,infatti, sono favorite dalla maggiore facilita’ di mixaggio, grazie a software dedicati e a lettori cd che sincronizzano i bpm. Inoltre hanno la possibilità di scaricare dalla rete, legalmente e non, praticamente tutto quello che vogliono, senza dover spendere dei capitali, per l’acquisto di dischi in vinile, magari rari e quindi molto costosi. Infine se non conoscono i titoli c’e’ Shazam… Sinceramente, penso che questa “troppa facilità”, avvicini alla professione dj anche parecchie persone poco motivate, con un conseguente abbassamento del livello musicale e tecnico nei locali”.
Mr.15mins: “Molto spesso i giovani musicisti seguono i trend musicali per tentare di essere sempre sulla cresta dell’onda, viceversa artisti come te o altri del genere afro sono rimasti fedeli al genere continuando a proporre set sempre molto alternativi con influenze funky, new wave, jazz e altro. Cosa ti ha spinto a rimanere fedele a questo genere piuttosto che seguire le mode per avere qualche data in più?”
Roberto Lodola: “Posso dirti che ancora prima del mio lavoro, la musica è stata ed è tuttora la mia più grande passione. Io ho ascoltato sempre prima il mio cuore e penso che per me sarebbe impossibile, proporre musica che non sento e che non mi emoziona, infatti, sono fermamente convinto che, per poter trasmettere emozioni al pubblico in pista, il dj le debba provare per primo”.
Mr.15mins: “Negli anni ’80 nasceva il movimento afro che durò parecchi anni, viste la ciclicità delle varie mode credi si possa avere un ritorno di fiamma per queste sonorità?”
Roberto Lodola: “Penso sinceramente che per i veri amanti del genere non si sia mai trattato di un fenomeno di moda ma prettamente di gusto musicale orientato verso alcuni filoni, quali Funky, Disco, Jazz Fusion, Brasiliana, Afrobeat, Elettronica ecc… I frequentatori delle mie serate hanno un’età media compresa tra i 35 e i 55 anni e moltissimi di loro mi seguono costantemente dal 1982. Dai primissimi anni ’90, c’e’ stato un progressivo rinnovamento del filone Afro, e molti artisti del genere World Music, hanno adeguato i loro brani alle sonorità del momento, specialmente per quanto riguarda la parte ritmica (più vicina alla House Music). Verso il 2005 invece, soprattutto all’estero, e’ nato un interesse particolare per le sonorità più analogiche e per l’originalità del “nostro” fenomeno, (definito erroneamente) “Afro Funky”. Questo, può essere considerato un melting pot di generi musicali alternativi, che spazia a 360 gradi attraverso culture diverse. Tutto prima o poi si ricicla! Dobbiamo ricordarci però che il movimento “Afro” era ed è un fenomeno di nicchia, non di massa e che forse, proprio per questo, il suo fascino è rimasto inalterato negli anni”.
Mr.15mins: “Il fenomeno house music nato negli anni ’80 ancora oggi ha una forte spinta a livello mondiale, cosa è mancato al movimento afro per diventare come il fenomeno house?”
Roberto Lodola: “Il movimento “Afro”, anche nel periodo focale dei primi anni ’80, dove ai meeting djs partecipavano circa 5/6000 persone, e’ stato concentrato principalmente in 3 regioni Italiane: Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. I djs più significativi che hanno promosso questo movimento, sono stati circa una decina. Inizialmente, per noi, non era facile andare completamente controcorrente in tempi in cui, nelle discoteche Italiane, regnava la “Italo disco”. La maggior parte dei dischi che proponevamo, infatti, non erano produzioni create per il mercato Dance, ma brani che noi djs ricercavamo, seguendo il nostro gusto musicale e pensando che fossero idonei ad alimentare il filone. Una domanda frequente dei clienti in quegli anni, in cui non esisteva la rete internet, era: “ma dove li trovate questi dischi?”. Quindi, per concludere, penso che sia mancata la diffusione, a livello internazionale, che ha avuto la musica House”.
Mr.15mins: “Nell’ambito della produzione mi ha colpito molto come un tuo pezzo “African Rythmn” sia stato inserito 13 anni più tardi in una compilation come SAINT GERMAIN DES PRES CAFE’, nel 2014 sei ancora in studio per produrre o preferisci limitarti alla consolle?”
Roberto Lodola: “Si sinceramente la cosa ha sorpreso anche me! Penso pero’ che il brano fosse decisamente all’avanguardia per quei tempi, tanto che ebbe subito un notevole impatto nei club inglesi e attirò l’attenzione del guru dell’Acid Jazz Gil Peterson. Nel 2005, a ben 13 anni dalla sua prima uscita su mix in vinile, nel Gennaio 1992, oltre alla “Saint Germain Des Pres Cafe’ vol.7”, il brano e’ stato inserito anche nella compilation inglese “Get This Party Started !” contenente brani di James Brown, Fatback Band, Marvin Gaye e molti altri artisti famosi.
Da circa due anni sono tornato con piacere ad occuparmi delle produzioni. Ho recentemente licenziato alla Let’s Get Lost (Mule Music-Tokyo) le versioni originali di un mio ricercato mix del 1986 (“Marimba do Mar”), di cui quest’anno ho realizzato un completo remake dal titolo “Feeling of the sun”, uscito a Febbraio su mix in vinile blu e licenziato proprio in questi giorni ad Aluminium Records di Ibiza per una compilation estiva sul genere Chill Out-Slow Disco. Ultimamente sto lavorando al mio nuovo LP con sonorita’ Funk, Disco e Nu Disco”.
Mr.15mins: “A fine anni ’80 hai introdotto nei tuoi set tastiere, campionatori e drum machine. Come nasce questa idea? C’era forse una volontà di innovazione visto l’avvento dell’house music?”
Roberto Lodola: “Gia’ dal 1983, nelle mie performance, iniziai ad utilizzare il sintetizzatore analogico Roland SH101 per creare effetti particolari e per suonare sopra ai dischi; poi nel 1985 introdussi la Yamaha Dx7 e la batteria elettronica e infine nel 1987 il campionatore. L’avvento dell’ House Music aveva offuscato un pochino la tendenza Afro Funky, così decisi di usare questi strumenti per rimanere comunque in tema al mio genere, rinnovando le sonorità di brani classici, e creando veri e propri remix dal vivo, che facevano anche un certo spettacolo nelle disco di quegli anni…”
Mr.15mins: “Radio Azzurra ha promosso per svariati anni il sound dei vari Baldelli, Rudy Franceschi, Mozart, Lodola etc., credi ci sia bisogno ancora oggi del supporto delle radio per promuovere i vari artisti musicali o forse oggi l’artista si promuove personalmente?”
Roberto Lodola: “Sicuramente oggi i mezzi di comunicazione sono molto cambiati, infatti, tramite la rete, si possono fare ascoltare i propri set e le proprie produzioni musicali praticamente in tutto il mondo, inoltre sono nate moltissime Web Radio specializzate in vari generi musicali. Rete Radio Azzurra, in quegli anni, diede ampio spazio ai mixati dei djs alternativi più significativi del periodo. Fu uno scambio: la radio ebbe dai djs materiale ricercato ed esclusivo ed i djs acquisirono, grazie alla diffusione radiofonica, maggiore popolarità. In generale, comunque, penso che la radio sia ancora un supporto importante”.
Mr.15mins: “Alla fine degli anni ’70 hai iniziato a comprare vinili da suonare nei vari negozi, attualmente dove vai per fare gli acquisti e cosa ne pensi di questo gran ritorno al supporto analogico?”
Roberto Lodola: “Oggi dopo circa 35 anni di ricerca musicale, ho veramente un grandissimo serbatoio, di vinili e non, da cui attingere un innumerevole quantità di brani. Nonostante la mia più che cospicua collezione, la mia ricerca è inarrestabile: acquisto spesso, on-line, vinili in America che magari, negli anni 70/80, non sono stati importati in Italia, inoltre tengo monitorate le nuove uscite dei generi che mi interessano su siti specializzati e, infine, dato che mi piace molto lavorare nel mio home studio, creo remix e re-edit di brani per uso personale. Sono contento che negli ultimi anni sembra ci sia un ritorno al vinile, anche se purtroppo nei locali odierni spesso non ci sono più neppure i giradischi”.
Mr.15mins: “Il sito http://memoriesonadancefloor.blogspot.it crea un viaggio sulle discoteche simbolo degli anni passati cercando di capire dove sono finiti questi tempi del divertimento; guardando le immagini di quel sito il pensiero corre al problema della diminuzione delle discoteche in Italia, quale credi sia la causa di questo fatto?”
Roberto Lodola: “Il mio primo pensiero, guardando le foto del blog, va al caro e vecchio “Mondo Blu”, locale dove sono nato artisticamente e dove sono stato impegnato per circa 26 anni sia come dj, sia negli ultimi tempi come gestore, fino ad arrivare al 2008 quando e’ stato venduto e destinato allo smantellamento. E’ certamente una tristezza pensare che l’anno scorso, sul territorio Italiano, siano stati chiusi ben oltre il 30 per cento dei locali da ballo e che questa percentuale sia destinata ad aumentare drasticamente. Penso che le cause di tutto ciò siano molteplici: la crisi economica, il cambiamento sociale, la possibilità di fruire di musica e comunicazione gratuitamente attraverso la rete internet ed i social network, la perdita della cultura musicale nei giovani, dovuta anche ad addetti ai lavori spesso non professionisti, che hanno abbassato notevolmente il livello qualitativo della musica e dei servizi, la massiccia diffusione di bar ristoranti e circoli ad ingresso libero i quali propongono musica, togliendo clienti alle sale da ballo, che vedono aumentare le spese di gestione e diminuire gli ingressi, l’inasprimento delle sanzioni, per chi beve un bicchiere in piu’…Spero che in un futuro ci sarà una rivalutazione di questi templi del divertimento”.