Jay Green non è americano, ma italiano. Nasce in Veneto e coltiva la sua passione musicale tra montagne dischi e serate passate a ballare e ascoltare musica nel litorale adriatico. Poi ad un certo punto decide di trasferirsi in quell’isola che è una pagina della musica da clubbing, sceglie Ibiza perché ne rimane ammaliato. Ora vive lì su una collina e nulla è cambiato rispetto a prima, la musica rimane una costante fissa della sua vita. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Luca e ne è venuta fuori una lunga conversazione sul suo background, sull’Ibiza di oggi e quella di ieri, progetti futuri e molto altro. Buona lettura!

Mr.15mins: “Ho sentito parlare di te come di un buon vinyl digger che si è trasferito ad Ibiza, parlaci un po’ del tuo background”.

Jay Green: “Ho cominciato a comprare vinili seriamente all’età di 14 anni. Ero e sono tuttora molto amico di Mr.Bert, all’ epoca dj resident di una famosa discoteca veneta, dove passavo weekend su weekend, e dove ho ho avuto la fortuna di ascoltare e conoscere molti dj italiani e stranieri. All’ epoca si valorizzava sicuramente di più la scena italiana… ed è qui che sono venuto in contatto con Leo Mas. Per me Leo, oltre ad essere un amico è una parte fondamentale del mio background.
Ricordo poi che con Mr.Bert andavamo a comprare dischi ogni sabato mattina, poi improvvisamente i negozi hanno cominciato a chiudere ma per fortuna ora stanno riaprendo 🙂
Ho avuto poi la fortuna di lavorare per 10 anni in una distribuzione di cd e vinili musicali, ho ascoltato tanta musica di tutti i generi, avendo in più la possibilità di ordinare facilmente tutto quello che volevo. Diciamo pure che per anni ho lavorato senza guadagnare un euro, tutto il mio guadagno lo spendevo li…ho sempre pensato “meglio spesi per un disco che per una birra”, un disco e’ per sempre invece la birra dopo 30 minuti già ti sta salutando per svanire nel nulla, la plastica nera rimane.
Per 5 anni ho avuto, insieme al mio amico di sempre Alex Piccini un loft studio in una zona industriale del mio paese da cui poi sarebbe nata Kosmophono Records. Lo studio era letteralmente invaso dai vinili, mi divertivo a comprare pallet di dischi (2000/3000 a botta) per poi rivenderli, ovviamente tenendomi tutti quelli che mi piacevano dei più diversi generi, musica elettronica, funk, soul, jazz, rock, disco, new wave, musica latina. Passavo giorni e giorni ad ascoltarli uno per uno, non ne vendevo mezzo senza prima averlo ascoltato.
C’è da dire anche che con la musica ci sono cresciuto, i miei genitori ascoltavano di tutto, sia in cassetta che in vinile e io avevo il mio lettore portatile di 45 giri, all’epoca impazzivo per la Carrà e i Duran Duran, così mi hanno raccontato 🙂

Mr.15mins: “Poi dal Veneto sei finito nell’Isla Blanca, come mai hai deciso di spostarti lì?”.

Jay Green: “A Ibiza ci sono arrivato per mancanza di prospettive lavorative nel mio paese natale e perchè attirato dall’esperienza di un caro amico in particolare “emigrato” nella Isla. Ogni volta che andavo a trovarlo ripartivo con il pensiero fisso che prima o poi ci sarei andato a vivere anche io e così è successo.

Mr.15mins: “Come si vive ad Ibiza, conosciuta da tutti per ciò che succede nel periodo estivo e invece scelta da te anche per mille altri pregi?

Jay Green: “Vivo in una baita in cima ad un colle circondato da alberi di olivi, fichi, mandorli, nel mezzo della natura incontaminata, la mattina mi sveglio con il canto degli uccelli, ho il mio orticello, la vespa, una bicicletta, il gatto, lo studio, la mia ragazza, un mare esagerato a 5 minuti, il tutto immerso in una luce particolare e un’energia pazzesca. Vivo fuori dal mondo, nel mio piccolo mondo”.

Mr.15mins: “In passato hai lavorato per l’etichetta Kosmophono, successivamente hai creato la Noho records, da dove nasce l’esigenza di avere una propria etichetta?”

Jay Green: “In questo momento l’esigenza di stampare la propria musica”.

Mr.15mins: “Le influenze ascoltate nei dischi prodotti sulla tua etichetta sono molto house/funky, un sound più anni ’90 che odierno forse, come ha reagito il pubblico a queste tracce?”

Jay Green: “Bene, il primo disco è piaciuto molto e il secondo ancora di più, la traccia di Caio (Sagats, amico e socio di Noho, la metà dei Die Roh) e’ stato chartato e suonato da molti. Ora siamo pronti a lanciare la terza release, firmata da Lucretio e Marieu aka The Anologue cops. La quarta e la quinta release usciranno con mie tracce, del mio socio Sagats ed altre collaborazioni. Sarà un anno carico per Noho records e per chi ci segue…aproffitto pe ringraziare e salutare tutti quelli che ci seguono e supportano”.

Mr.15mins: “Nell’ultimo periodo pare che il vinile sia più una moda che una reale passione, come vivi tu la “seconda vita” di questo supporto musicale?”

Jay Green: “Hai detto proprio bene una moda, però sono contento che ci sia questo fermento per il vinile, per me non è cambiato niente anzi qualcosa si: i prezzi 🙂 !”

Mr.15mins: “Vivendo ad Ibiza avrai sicuramente l’orecchio rivolto a quelli che sono gli ultimi trend musicali, se dovessi fare una previsione musicale per l’estate 2016 cosa vedi?”

Jay Green: “La verita’ è che a me il suono dell’ “isola” non piace per niente e di conseguenza non frequento molto i club. Preferisco andare a sentirmi un concerto dal vivo (qui ce ne sono tanti). L’anno scorso, per quanto mi riguarda, la serata più interessante era quella di Dj Harvey al Pikes…ma per l’estate 2016 prevedo tanta tech-house!”

Mr.15mins: “DJ Paris Hilton, privè, champagne etc. Negli ultimi anni si è parlato molto di questa nuova scena ibizenca che ha ben poco a che fare con la Summer of Love dell’Amnesia fine anni ’80. Cosa ne pensi a riguardo?”

Jay Green :”Purtroppo si è già tutto in corso e presente sotto ai nostri occhi, che schifo! Gira tutto intorno ai soldi, si è perso lo spirito della Summer of Love dove in pista ballavano tutti insieme, “ricchi e poveri”.