Spesso i nomi che girano e di cui si sente parlare sono sempre i soliti, e allora proprio quando senti un nome nuovo la curiosità drizza le orecchie e subito vuole ascoltare. Così è successo per Al Essio, un ragazzo del profondo sud con un’enorme passione per la musica. Iniziano le chiacchiere e tra una discussione sulle isole siciliane e un’altra sui vini nasce un capitolo della rubrica Freshness.
Mr.15mins: “Ciao Al Essio, chi sei e da dove nasce la tua passione per la musica?”
Al Essio: “Sono un architetto con un forte interesse per le arti, su tutte la musica. La mia passione per Lei nasce dalla tenera età. A dieci anni cominciai a studiare pianoforte, ma ero troppo svogliato per eseguire i compiti giornalmente e così sentii la necessità di accostarmi ad un altro strumento che potesse liberare la mia creatività.
Qualche anno dopo presi in mano una chitarra classica e, dopo averne imparato i fondamenti, sviluppai un forte amore per gli strumenti a corda, che nutro vivo ancora oggi.
Mi sono dedicato per molti anni alla chitarra e al basso elettrici e ho avuto varie band, con le quali ho esplorato tantissimi stili e generi; il rock, il grunge, il punk hardcore californiano, per approdare infine alla musica elettronica”.
Mr. 15mins: “Palermo, profondo sud, com’è la scena musicale nell’isola?”
Al Essio: : “Questa è una domanda difficile, ma proverò comunque a rispondere.
Per capire la musica di Palermo va analizzato il contesto, interpretato il paesaggio attorno.
Palermo è una città bellissima ma fortemente degradata, con luci ed ombre che ti portano ad assimilarla interiormente con un contrastante e continuo sentimento di odi et amo.
A partire da questo, credo che anche la musica viva questo aspetto duale.
Per quanto riguarda la musica elettronica, ritengo non si possa ancora parlare di “scena”, in quanto non esiste una proposta musicale continua che veicoli cultura come si deve nè vi sono gli spazi adeguati a farlo.
Spesso e volentieri, si ascoltano i live e si vedono girare i dischi in bar con impianti inappropriati, che non consentono ai musicisti di esprimersi come dovrebbero, generando rassegnazione e frustrazione.
Malgrado ciò, esiste però un tessuto denso di musicisti e djs molto validi.
Ho diversi amici che lavorano sodo ai giradischi, bravi selectors che spingono buona musica e si fanno in quattro per organizzare piccoli eventi ma con soundsystem e logistica di qualità.
Sono nato musicalmente come dj in seno ad un collettivo di amici, malati di vinile impegnati a comprare veramente tanti dischi (quasi tutto on-line….qui abbiamo un solo record store!) , con cui ho organizzato varie feste e e condiviso emozioni forti nella musica; senza dubbio insieme abbiamo portato una ventata di aria fresca in città.
Ho degli amici che quest’anno hanno dato vita in un Jazz Club ad un piccolo ma illuminato ciclo di clubbing; e infine un caro amico ha fondato degli studi di registrazione e una nuova label elettronica in un meraviglioso edificio storico della città, Palazzo Tomasi di Lampedusa, dimora del famoso principe autore del Gattopardo.
Lui ed altri ragazzi stanno creando un progetto virtuoso per la musica in città, curando anche una rassegna di eventi musicali in un teatro storico, il Teatro Biondo.
Vedi, Palermo è così…gioie e dolori 🙂 ”
Mr. 15mins: “In passato hai organizzato a Salina un festival (Space&Sound) molto interessante, com’è nata l’idea di creare un evento lì? “
Al Essio: “Si, ho partecipato nel 2015 al team organizzativo ed alla direzione artistica di Space & Sound, una rassegna musicale a cura de Il Vulcano Associazione Culturale e prodotta dai conti Tasca d’Almerita presso la propria tenuta vinicola di Capofaro, sull’isola di Salina.
Un luogo magico, dove musicisti e djs hanno occasione di esibirsi tra il paesaggio di una montagna vulcanica e l’orizzonte infinito del mare, sullo sfondo delle isole Eolie. Ti lascio immaginare la bellezza dello spazio!
Inizialmente, l’idea di creare eventi musicali lì è nata dalla necessità di fornire un’offerta musicale di intrattenimento per i clienti del resort, poi si ha avuto l’occasione di pensare più in grande.
Così, nell’estate 2015, il format è nato con la precisa volontà di riunire in modo organico tutti i protagonisti della cultura analogica contemporanea, dando spazio a giovani talenti insieme a musicisti e djs più navigati; la rassegna ha ospitato artisti del calibro di Tommaso Cappellato, John Swing, Riccio, Dax DJ, Francisco, Native, Rawmance e alcuni guests internazionali d’eccezione come Robert Lippok di Raster Noton.
Quasi sempre gli artisti si misuravano in performance musicali inedite, durante le quali, ispirati dalla natura incontaminata eoliana, avevano occasione di sperimentare nuove sfumature del proprio sound.
Credo sia stata per tutti un’esperienza positiva…ci siamo divertiti!
E senza dubbio questa avventura ha contribuito ad arricchire le mie competenze nel mondo professionale della musica, dandomi l’opportunità di conoscere da vicino artisti che stimo e che rappresentano un certo gusto ed una precisa cultura musicale che condivido”.
Mr.15mins: “Nella tua attività di serial digger c’è anche una volontà di produrre o ti limiti esclusivamente al djing?”
Al Essio: “Assolutamente si, ho in programma a breve di accostarmi alla produzione. Credo di avere capito un pò tardi che la mia vocazione principale è la musica, per cui sto muovendo i primi passi per la costruzione di uno studio professionale. Voglio mettermi in gioco, sfruttando le mie skills di musicista.
Indubbiamente, la produzione è un percorso molto duro e oneroso, alla luce del fatto che continuo a comprare dischi senza sosta per aggiornare la mia attività di dj…ma non ho fretta!”
Mr.15mins: “Quali sono oggi i tuoi artisti di riferimento?”
Al Essio: “I miei riferimenti musicali appartengono alla tradizione ed alla innovazione.
John Coltrane, James Brown e Roy Ayers sono i capisaldi del mio background; in generale i grandi maestri del jazz, del soul e del funk mi influenzano fortemente.
Sento molto affine al mio gusto la scuola di Detroit; le produzioni di Moodymann, del primo Carl Craig, di Underground Resistance e di Theo Parrish, costituiscono un bagaglio di saperi per me essenziali.
Il suo set di 6ore a Londra nel 2014 mi ha insegnato cosa vuol dire fare il dj, raccontare una storia attraverso un viaggio.
Allo stesso modo Larry Heard e Ron Trent a Chicago, sono un altro pilone fondamentale della mia formazione.
Riguardo alle novità, credo che oggi ci sia una generazione di giovani produttori e djs che, trainata da protagonisti già affermati, alimenta un fermento straordinario nel panorama underground italiano.
Penso a Neroli di Volcov e Sounds Familiar, con un’instancabile produzione musicale di qualità, Really Swing, con le bellissime uscite di 291 out e Quiroga, Early Sounds Recordings e Periodica Records, una fucina di talenti, in produzione e djset, come Nu Guinea, Whodamanny e Filippo Zenna. Tutti i progetti di John Swing ed Emg, poi Donato Dozzy, Neel, Lucretio, Deep 88…veramente difficile elencarli tutti!
E un altro importante riferimento è costituito da tutti i djs residents delle varie crew italiane, instancabili promotori di groove e musica di qualità; penso a ai ragazzi di Lattex, Harmonized, Crispy, Cipria, Dislike, RUA, Combo Combs, Time To Play…
One Nation under a groove!”