Erano gli anni universitari, anni di ascolto massivo di qualsiasi suono che capitava sotto mano. Credo fosse su per giù il 2008 e per caso scoprii questo musicista di nome Steven Smirney, il nome anglofono subito portò il pregiudizio a pensare ad un origine inglese o americana e invece dietro questo moniker si celava Luca Murgia, un giovanissimo italiano che produce musica di qualità dalla sua cameretta.
Il tempo passa e nel suo girovagar lungo l’Italia fino a Berlino il ragazzo cresce, suona in importanti locali e le sue tracce escono per importanti etichette, passa per il Bass Camp di Redbull e contamina continuamente il suo suono collaborando con diversi artisti. Ad un certo punto turning point: Two Thou. Luca sente la necessità di creare un nuovo progetto, gli ingredienti sono sempre una gran cultura musicale che spazia in ogni genere e la voglia di sperimentare, ma il risultato? Vale qui la proprietà commutativa dove: scambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, la qualità di ciò che produce rimane una costante.

Mr. 15mins: “Immagino non sia stato facile nel tuo paese natale mettersi in mostra, mentre quando sei arrivato a Roma qualcosa è cambiato. Come è avvenuto questo cambiamento?”

Two Thou: “Nel mio paese natale ci sono pochi musicisti ma sono molto bravi, ho suonato e tuttora collaboro con molti di loro. In Sardegna la scena è eterogenea, il che fa si che tu possa fare la musica che vuoi, basti che sia grande musica. A Roma la scena è più grande, ho incontrato DNA Concerti, i ragazzi dell’attuale Monk e Bad Panda Records. E’ gente che ama la musica e hanno avuto modo di raccontarmelo!”

Mr.15mins: “All’inizio della tua carriera artistica esci nel panorama musicale con il moniker Steven Smirney, successivamente abbandoni questo nome e passi a Two Thou. Da dove è nata questa necessità di cambiare nome?”

Two Thou: “Steven Smirney era un progetto che mirava molto ai live. Come Steven Smirney ho aperto concerti di vario tipo tra cui Jamie Lidell e Ladytron, non esclusivamente legati alla scena dei club. Two Thou è un progetto diverso che include molto lavoro di studio, e release in vinile per avvicinarsi di più al clubbing. Rimane però l’impronta live”.

Mr.15mins: “Nel 2013 esce il disco/concept “19 days with no shirt”, raccontaci un po’ come è nata l’idea di questo progetto e come poi si è evoluta”.

Two Thou: “La storia è questa: sono andato in vacanza in Sardegna, ho portato qualche strumento, e sono stato un mese in costume. Ogni giorno ho fatto un brano ispirato ad un fatto accaduto durante la giornata. Di 33 brani sono riuscito a salvarne 19. Ho deciso di fare un sito per raccontarlo, perchè mi piace l’idea che la musica digitale abbia una sua forma. In questo caso la forma l’ha disegnata Tellas, uno street artist Cagliaritano”.

Mr.15mins: “Con il tuo attuale progetto hai sfornato diversi edit molto interessanti, cosa rappresenta per te mettere le mani su un brano del passato?”

Two Thou: “Quando mi piace un brano mi sento in dovere di farlo sentire ai miei amici e diffonderlo in generale. Come fare? L’edit è un modo, per me, di rivisitare qualcosa che è già completo, ma non è facilmente leggibile. Vestendolo con un suono più contemporaneo lo si può rimettere in circolo”.

Mr. 15mins: “Quali sono gli step futuri del tuo progetto Two Thou?”

Two Thou: “Il 2015 è stato un anno di debutti per il progetto Two Thou. Sono usciti dei brani su VA di Bordello A Parigi e sull’italiana Get Wet, e l’ep Modern Mechanics su Burek Records. Il 2016 è partito con il release/sito di Algebra Chords su Bad Panda Records, ed ho in programma dei live e delle uscite in vinile sia in Italia che all’estero”.